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Il debito globale verso il 100% del PIL

Data pubblicazione: 19 novembre 2024

Autore:

Wealthype.ai per Fineco Bank
Rappresentazione visiva dell'articolo: Il debito globale verso il 100% del PIL
  • A ottobre il Fondo Monetario ha aggiornato le sue proiezioni sull’economia e il debito globale.
  • La crescita è vista stabile e l’inflazione in discesa, ma l’FMI lancia l’allarme debito.
  • Le future emissioni possono creare opportunità, ma non dimentichiamoci la diversificazione.



CRESCITA, LE PROIEZIONI DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

Variazione % del PIL reale

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Fonte: World Economic Outlook ottobre 2024


Diamoci tutti una regolata sul debito: è la raccomandazione – ma ormai potremmo dire il “mantra” – che il Fondo Monetario Internazionale ha nuovamente rivolto a tutto il globo presentando i suoi ultimi aggiornamenti sulle proiezioni economiche, fiscali e finanziarie.


Questa importante organizzazione globale diffonde a cadenza periodica il World Economic Outlook (1), un punto su prospettive e politiche dei vari Stati. Cura anche il Fiscal Monitor (2), che si concentra sulle politiche fiscali – e quindi, di fatto, sui conti pubblici – dei Paesi membri. A ottobre sono uscite le nuovissime pubblicazioni, nelle quali il Fondo Monetario esorta tutti a un maggior rigore fiscale.


Il Fondo Monetario Internazionale e l’auspicio dei tre “pivot”


Dopo aver condiviso le previsioni di una crescita stabile e preso atto della disinflazione in corso (seppur con qualche incertezza), nel suo WEO di ottobre (3) il Fondo Monetario mette l’accento su tre “pivot”, tre punti di svolta cui il mondo ora può – anzi, deve – andare incontro, in virtù del ritorno dell’inflazione vicino agli obiettivi delle banche centrali.


  • Il primo è il “pivot” monetario, di fatto già in corso. A partire da giugno, infatti, le principali banche centrali delle economie avanzate hanno iniziato a ridurre i tassi d’interesse, anche se il livello di guardia resta alto.
  • Il secondo è di tipo fiscale: per il Fondo Monetario è giunto il momento di stabilizzare le dinamiche del debito e di ricostruire le necessarie riserve fiscali.
  • Il terzo – e secondo il Fondo Monetario il più difficile – riguarda le riforme strutturali.

 

Dura, in realtà, fare una classifica. Possiamo però indicare il “pivot” che i mercati, in tutta la loro peculiare sensibilità, hanno iniziato in qualche modo a scontare: quello di un debito pubblico che dovrebbe scendere e che invece continua a salire.


Debito: l’avvertimento del Fondo Monetario a Stati Uniti e Cina


Il Fiscal Monitor di ottobre (4) ci dice che i numeri sono alti un po’ ovunque e che quest’anno il debito pubblico globale supererà i 100mila miliardi di dollari USA. Dopo un calo nel 2021-2022, è infatti tornato a salire nel 2023 e potrebbe raggiungere il 100% del Prodotto Interno Lordo entro il 2030. A guidare l’incremento, le due maggiori economie mondiali: Cina e Stati Uniti d’America.



RAPPORTO DEBITO PUBBLICO/PIL, 2000-2029

Percentuale del PIL


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Fonte: Elaborazione Wealthype su database del World Economic Outlook, FMI


E se c’era scritto questo sul Fiscal Monitor di ottobre – l’edizione, cioè, che ha di poco preceduto le elezioni presidenziali negli Stati Uniti e la riunione del Comitato Permanente del Congresso Nazionale del Popolo in Cina, chiamato a definire i dettagli del maxipiano di stimolo di cui si parlava sin dalla fine di settembre (5) – figuriamoci cosa potranno dirci le prossime edizioni. Difficile, infatti, che le novità sopraggiunte modifichino in meglio i futuri pronostici del Fondo Monetario. Su Stati Uniti e Cina in particolare.


Fisco e tasse: i piani molto espansivi del presidente eletto Donald Trump


A gennaio, venti giorni prima dell’insediamento del presidente eletto Donald Trump, sarà ripristinato il tetto del debito federale, la regola che gli Stati Uniti si sono dati nel non facile contesto della Prima Guerra Mondiale. Era il 1917 e prima di allora ogni singola emissione di Treasury doveva essere autorizzata dal Congresso: il Second Liberty Bond Act permise al governo di non dover passare dal Congresso tutte le volte. Per disciplinarsi, però, fu previsto un tetto: da allora, il governo può sancire autonomamente l’emissione di nuovo debito fino a un certo limite, dopodiché deve ripresentarsi davanti al Congresso per elevare questo limite o per sospenderlo. L’ultima volta – era il giugno del 2023 – il governo Biden ha ottenuto la sospensione fino al primo gennaio 2025. Ora tocca a Trump.



STATI UNITI: L’INCREMENTO DEL DEBITO NEL TEMPO

Dati al 30 settembre di ogni anno, in miliardi di dollari USA


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Fonte: Wealthype, Fiscal Data Treasury.gov


Verosimilmente, a gennaio il Segretario al Tesoro uscente Janet Yellen tamponerà con misure straordinarie e con la liquidità disponibile. Sarà però il team del nuovo presidente a dover trovare un accordo sull’ulteriore innalzamento o sulla nuova sospensione di questo tetto (attualmente fissato a 31.400 miliardi di dollari USA). Potrebbe non essere la più difficile delle missioni per Trump: il nuovo presidente, infatti, avrà dalla sua la maggioranza di Senato e Camera.


Il che gli consentirà in seguito di estendere e modificare il Tax Cuts & Jobs Act, l’imponente misura fiscale che nel 2017 ha introdotto una riduzione delle tasse un po’ a tutti i livelli. Il “meno tasse”, tuttavia, avrà un costo in termini di incremento del rapporto debito/PIL: lo vediamo bene nel grafico che riporta le proiezioni del Fondo Monetario Internazionale.


La Cina predispone un “bazooka” da 10mila miliardi di yuan. E aspetta l’insediamento di Trump


Un altro tra i molti punti chiave della politica economica di Trump riguarda i dazi. La minaccia del presidente eletto di balzelli del 60% sulle merci in arrivo da Pechino colpisce l’economica asiatica (che tra l’altro quest’anno ha avuto nelle esportazioni uno dei suoi punti di forza) proprio mentre il presidente Xi Jinping è impegnato a stabilizzarne la traiettoria. E forse non è stato un caso che le autorità cinesi abbiano condiviso i dettagli del maxipiano di stimolo dopo il voto USA e non prima.


Cosa prevede il “bazooka” cinese da 10.000 miliardi di yuan? Oltre a gettare un grosso salvagente alle amministrazioni locali indebitate, le autorità hanno promesso una politica fiscale “più incisiva” per il prossimo anno, lasciando intendere che ulteriori passi, forse ben più audaci, potrebbero arrivare dopo l’insediamento di Trump alla Casa Bianca.


L’EXPORT DELLA CINA

I maggiori partner commerciali del Dragone nei primi 10 mesi del 2024


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Le prospettive del Fondo Monetario sul debito fanno riflettere


Meno tasse e più dazi uguale maggiore inflazione attesa. I mercati sembrano scontare esattamente questo scenario, non a caso i rendimenti dei Treasury sono risaliti. Le nuove emissioni, dunque, potrebbero risultare particolarmente allettanti e offrire una serie di punti d’ingresso agli investitori interessati a questa asset class.


Il che, se vogliamo, vale anche per i singoli Stati europei e per l’Europa nel suo complesso: tra difesa, transizione energetica e dazi trumpiani, da noi non si preannunciano certo anni di “austerity” fiscale. Se da una parte può aver senso cogliere – nell’ambito di un portafoglio adeguatamente diversificato – l’occasione fornita dalle future emissioni, dall’altra non dobbiamo dimenticare che i titoli di debito non sono certo privi di rischio (nulla, negli investimenti come nella vita, lo è). Né che l’azionario è storicamente più profittevole.


Peraltro, proprio dopo la vittoria di Trump, l’S&P 500 che ha segnato il 51esimo record dell’anno, portandosi sopra i 6.000 punti. E tra tagli fiscali e deregolamentazione in arrivo, su questa sponda dell’Atlantico sembra esserci ancora benzina per una corsa azionaria che già risulta la migliore per questo periodo dell’anno dal 1995.


ATTENZIONE ALL’INDICE S&P 500

Il progresso da inizio anno è il migliore dal 1995


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Fonte: Bloomberg, ritorni YTD comparabili all’8 novembre 2024


Come sempre, però, le opportunità, laddove presenti, vanno colte nell’ambito di una corretta diversificazione e pianificazione, senza mai perdere di vista il quadro d’insieme. Quello nostro, personale, dei nostri obiettivi e bisogni, non solo quello globale. Che può sempre valere come spunto, ma che non deve distrarci.



(1) https://www.imf.org/en/Publications/WEO

(2) https://www.imf.org/en/publications/fm

(3) https://www.imf.org/en/Publications/WEO/Issues/2024/10/22/world-economic-outlook-october-2024

(4) https://www.imf.org/en/Publications/FM/Issues/2024/10/23/fiscal-monitor-october-2024

(5) https://it.finecobank.com/fineconomy/article/cina-come-funzionera-il-bazooka/

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